Con il nuovo anno entra a pieno regime la revisione delle disposizioni volte a sostenere la natalità e le famiglie italiane: il 2022, infatti, segna il debutto dell’assegno unico e universale per i figli a carico.
In buona sostanza si tratta di una misura che assorbe le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni e alcuni bonus e premi dedicati al sostegno della natalità e che spetta:
- per ogni figlio a carico minorenne;
- per ogni figlio a carico maggiorenne fino al compimento di 21 anni di età (a condizione che si tratti di studenti, tirocinanti, lavoratori con reddito inferiore a 8mila euro annui, disoccupati in cerca di un lavoro o di soggetti che svolgano il servizio civile universale);
- per ogni figlio con disabilità a carico, indipendentemente dall’età anagrafica.
- essere cittadini italiani (o di uno stato dell’Unione Europea o extra UE, a condizione di essere titolari rispettivamente del diritto di soggiorno ovvero del permesso di soggiorno di lungo periodo o di lavoro o ricerca superiore a sei mesi);
- essere soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- essere residenti e domiciliati in Italia;
- essere stati residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
- in via telematica attraverso il sito internet dell’INPS;
- telefonicamente, tramite il Contact Center dello stesso Ente;
- rivolgendosi a un patronato.
Per quanto riguarda il computo dell’ammontare dell’assegno mensile, esso viene determinato sulla base dell’ISEE del nucleo familiare, del numero dei figli e di altre componenti premiali (maggiorazioni) individuate dalla legge. A tal fine va segnalato che l’INPS ha messo a disposizione un simulatore del calcolo sul proprio sito istituzionale (Vedi QUI).
In buona sostanza in via generale l’importo dell’assegno diminuirà al crescere del valore dell’ISEE come si evince dalla seguente tabella.
Andrea Dili
Dottore commercialista